Debora Grossi, giornalista e scrittrice, è da qualche settimana in libreria con il suo romanzo “Il mare non l’ha fatto Lui”, edito per i tipi Egida/Minerva. Romanzo che sarà presentato al grande pubblico il prossimo 14 giugno – ore 21 – a Villa Franceschi, nel cuore di Riccione, in occasione della rassegna “Il giardino segreto” organizzata dalla Biblioteca Comunale.
Cominciamo dal principio: chi è Debora Grossi?
Sono nata a Rimini nel 1990. Ho una Laurea in Farmacia ma ho sempre lavorato come speaker e attrice. Il primo libro è stato pubblicato nel 2019 con Fandango libri: Il movimento dei sogni, scritto insieme a Eleonora Calesini. Nel 2021 ho conseguito un master in scrittura e giornalismo.
Quando nasce la passione per il giornalismo e la scrittura?
Nel 2017 ho iniziato a scrivere grazie a Eleonora Calesini, co-autrice del primo libro. Avevo sempre tenuto per me la scrittura, poi lei mi ha chiesto di scrivere la sua storia; lei è stata l’ultima sopravvissuta del terremoto de L’Aquila. Inizialmente sentivo troppa responsabilità sulle spalle. Non mi sono buttata subito, è stata lei ad incoraggiarmi e a mettermi le ali. Da quel momento non ho più smesso. Poco dopo l’uscita nel 2019 ho iniziato a lavorare a questo libro. Solo un anno e mezzo fa mi sono fatta avanti alla redazione de Il Resto del Carlino per proporre una rubrica di lettura. Mi hanno accolto con estrema fiducia e questo mi ha spinto a studiare giornalismo per poter stare al passo.
Perché la scelta di un romanzo ambientato a Riccione?
Credo che tutto sia nato dalla mia ignoranza. Mi hanno regalato un libro e mentre lo leggevo mi sono resa conto di quanto poco conoscessi la storia del mio territorio. In maniera naturale sono andata a ripescare le memorie di famiglia che avevo trascritto anni prima per altri progetti, poi mi sono chiusa in biblioteca sui libri a studiare. Da un racconto personale ho incastrato temporalmente tutti gli altri eventi.
Da quale idea è scaturito il titolo del libro?
Il mare non l’ha fatto Lui è una citazione tratta da una parte di dialogo tra Navarro, il piccolo protagonista, e suo padre. Navarro è ambizioso, ama le persone potenti come Mussolini e la sua caduta rappresenta il crollo di tutti i suoi ideali.
Cosa vuole raccontare e quale messaggio contiene?
Non ho la pretesa d’insegnare la storia a nessuno ma spero d’innescare un meccanismo di curiosità. Qualcosa che spinga il lettore ad ascoltare vecchi racconti per dare valore a quello che abbiamo. Molto spesso conosciamo perfettamente le vicende che sono accadute dall’altra parte del mondo ma ignoriamo le nostre.
Prossima fatica letteraria?
Al momento sto lavorando a un libro per bambini insieme all’illustratrice Caterina Germani e a Barbara Bacchini. Una nuova avventura completamente diversa e fuori dai piani.